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 VERBALE DELL'ASSEMBLEA DEI SOCI STRAORDINARIA DEL 18 AGOSTO 2013

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MessaggioTitolo: VERBALE DELL'ASSEMBLEA DEI SOCI STRAORDINARIA DEL 18 AGOSTO 2013   VERBALE DELL'ASSEMBLEA DEI SOCI STRAORDINARIA DEL 18 AGOSTO 2013 Icon_minitimeMar 20 Ago 2013, 19:57

VERBALE DELL'ASSEMBLEA DEI SOCI STRAORDINARIA DEL 18 AGOSTO 2013

Il giorno 18 agosto 2013 alle ore 21.12 presso la sede dell'associazione in via Primo
Maggio 22B, si sono riuniti i seguenti soci:
- Riccardo Bun, presidente;
- Giada Merri, tesoriere;
- Mattia Boatto, vicepresidente;
- Luca Pessa, Matteo Crosariol, Daniele Crosariol, Fausto Cancian, consiglieri;
- Vittorio Manzan, Cosimo Bisetto, Dario Battistin, Anna Chiara Crosariol, Cristiano
Segatto, Ambra Salgarella, Lorenzo Monni, Federico Franzin, soci.
L'ordine del giorno è il seguente:
- Comunicazioni urgenti del presidente verso i propri associati;
- Varie ed eventuali.

Il presidente annuncia questo:
“Allo stato attuale io ricopro 4 cariche: gestore, maestro di musica, presidente e
amministratore. Non ho più intenzione di fare né il presidente, né l'amministratore, né
gestore. Per quanto attiene il ruolo di maestro è demandata al consiglio direttivo la
decisione.
Perché?
In primo luogo è venuto meno il rapporto di fiducia con alcune delle persone che girano qui, in primis con Mattia. Per come si è svolta la riunione improvvisata dell'altra volta (per la quale non esiste verbale, essendo appunto improvvisata) e per il comportamento di Mattia di non parlarmene in privato, prima di decidere creare un caso pubblico in modo lesivo per la mia persona, sento di non potermi più fidare di lui.
In secondo luogo, non voglio essere più presidente perché un presidente deve
rappresentare e io attualmente non mi sento più rappresentato da UParte. Non mi sento
rappresentato né dall'apologia di comportamenti poco inclini al mantenimento di una certa sobrietà all'interno dell'associazione, né dall'apologia di pratiche che prevedono la mancanza di democrazia nell'organizzare eventi. Sono rammaricato per cosa è successo e credo che, se nella scorsa assemblea si è parlato di un lato del mio carattere negativo, dall'altro lato questo rigore nel mio carattere avrebbe potuto essere nello stesso modo valutato come fonte di credibilità davanti alle istituzioni e alle persone, quella stessa credibilità che ci ha permesso di ottenere una nuova sede, un finanziamento dal
comune e dalla ragione.
Sono stato rammaricato del fatto che di fronte a questo tipo di deriva non ci sia stata una sufficiente risposta da parte degli associati, che evidentemente allora non la pensano
come me.
Di conseguenza, visto che non è nei miei modi imporre il mio volere, decido di lasciare il passo a qualcuno altro, vedi Mattia che nell'ultima riunione sembrava essersi fatto
avanti in questo senso.
Aggiungo che mi dimetterò il 30 settembre, alla scadenza dell'anno sociale, e non mi
ricandiderò.
Mentre la carica di presidente è elettiva, la carica di amministratore non lo è
propriamente. In ogni caso, visto che finora le due cariche sono coincise, mi dimetterò
anche da amministratore il 30 settembre. Quanto all'insegnamento, lascerò che sia, come è sempre stato, il consiglio direttivo a decidere se assumermi o no”
Vittorio Manzan invita Mattia a replicare. Mattia dice che quando Riccardo arrivava si
respirava aria pesante e a lui non piaceva. Mattia diceva che se qualcuno non tirava
fuori la questione, allora si sarebbe andato avanti sempre così, aveva paura che in quella riunione sarebbe stato l'unico a parlare invece hanno parlato diverse persone, e questo
lo ha rincuorato. Perché le persone che avevano paura di parlare in quel momento hanno parlato.
Luca chiede "Perché io non sono stato interpellato per presenziare a quella riunione?"
Mattia dice che solo alcune persone erano coinvolte in quella riunione e allora si è
sentito di invitare solo quelle. Vittorio dice che secondo lui il discorso fatto da Mattia alla riunione permette a gente che è in torto di essere giustificata. Mattia lamenta la
mancanza di tatto di Riccardo. Vittorio dice che doveva rimanere una questione privata fra voi due. Mattia risponde che se avesse fatto un discorso privato a Riccardo, l’effetto non sarebbe stato il medesimo, le persone che hanno parlato in quella riunione non
avrebbero parlato, non si sarebbero sfogati.
Per quanto riguarda il saltare o snellire i processi democratici dell'associazione, Mattia
dice che si sente in dovere di cogliere la palla dell'entusiasmo di questi ragazzi al balzo, e non dover aspettare i tempi di un consiglio direttivo.
La posizione di Mattia nei confronti degli eventi spiacevoli citati nella passata riunione è una posizione contraria a quegli eventi, però l'approccio che ha avuto lui nei confronti degli interessati è diverso da quello di Riccardo. Mattia sostiene infatti di essere riuscito ad avvicinarsi, da una posizione comunque critica, ad un ragazzo sedicenne, che ha
messo in atto un comportamento sbagliato, in maniera più efficace rispetto a quanto è
riuscito a fare Riccardo con dei modi duri. Vittorio osserva che sia normale che un
sedicenne si avvicini di più a te, anziché a Riccardo, cui fai fare la figura dell'antipatico.
Prende la parola Daniele, rivolgendosi a Mattia: “Da quando hai fatto quella riunione, Cristiano, che tu hai difeso in quella riunione, mette in atto degli atteggiamenti provocatori e maleducati nei confronti degli altri soci, in particolare è successo a me. Esistono anche altri episodi che danno fastidio da quando è avvenuta la riunione.” Non è una cosa difendibile l'atteggiamento di cristiano, di cui si è discusso nella riunione, a parere di Daniele.
Riccardo dice "Da quando ho smesso di usare questi metodi, in seguito alla scorsa riunione, faccio notare che qualcuno ha vomitato in bagno, ed un episodio del genere non si verificava almeno dalla gestione precedente: durante la mia presidenza, con i miei metodi, non era mai successo ".
Mattia dice “Più tu continui a bastonare una persona riprendendola su qualsiasi cosa,
più quella persona continuerà a comportarsi così. Noto che è da qualche settimana
a questa parte che si è allentata la cintura e i ragazzi l'hanno un po' buttata in vacca,
anche in maniera sbagliata, ma credo che sia solo un periodo di sfogo. Io credo di aver
a che fare con persone che sanno cosa è giusto e cosa è sbagliato, e se ogni tanto
vogliono prendersi delle libertà, non importa. Io vedo che certe persone sono comunque cresciute nel tempo”.
Giada risponde che quelle libertà se le prendono a casa loro, non qua, visto che
Riccardo ha la responsabilità legale di questo posto.
Mattia dice “E’ vero, non posso capire cosa sono le responsabilità di un presidente
perché non lo sono, ma a mio parere Riccardo sta prendendo questo ruolo troppo
seriamente e sente troppe responsabilità addosso.”
Mattia dice “Credo che il metodo di Riccardo sia sbagliato e che negli ultimi mesi si è
respirata un’atmosfera più pesante del solito, e gli episodi degli ultimi giorni li vedo
come uno sfogo.”
Luca richiama tutti a trovare una soluzione della questione di base: dal primo ottobre
non avremo più Riccardo presidente.
Mattia dice “All’inizio di quella riunione Riccardo ha detto "E’ il caso che il
presidente lo faccia qualcun altro, perché così si rende conto di cosa gli passa per le
mani", io credo che Riccardo si sia accollato tanto peso, troppo, ma me lo sono
accollato anche io, se lui decide di sollevarsi dalla carica, io do la mia disponibilità a
fare il presidente la do, totale e piena. Resta il fatto che se la mia posizione vi sembra
quella dell'elemento eversivo, che vuole solo fare casini, ditemelo subito. Io non ho reso pubblica la cosa per attirare le attenzioni verso di me, ma perché era una cosa pubblica e riguardava tutti quanti. Volevo che le stesse persone parlassero del loro malumore.”
Giada fa presente che nel caso in cui diventasse presidente Mattia, lei si toglierà dalle
sue mansioni, per mancanza di fiducia nella persona.
Matteo dice "Ma quante persone hanno espresso il malcontento verso i metodi di
Riccardo? A me sembrano massimo 2/3.. io frequento questo posto e non ho mai
pensato che ci fossero dei problemi del genere percepiti dalla maggioranza?" Vittorio
sottoscrive il discorso.
Cristiano risponde a Matteo: "Stando qua dentro davanti al pc non sai che discorsi si
fanno fuori. Non sono due persone a non essere contente di Riccardo, ma cinque/sei".
Dario interviene: "Per come la vedo io, i gestori/consiglieri non hanno una posizione autorevole qua dentro, non sono delle figure “portanti”. Se vedete che siete 3 dentro in associazione e gli altri 6 fuori in strada, allora c'è qualcosa non va".
Daniele dice: "Bisogna vedere a chi gliene frega qualcosa di questa associazione.
Secondo me tu, Mattia, hai fatto questa cosa perché vuoi diventare presidente".
Mattia dice: "Mi sbaglierò ma credo, conoscendo Riccardo, che se glielo avessi detto
privatamente, siccome è molto convinto di cosa fa, non avrei sortito quell'effetto".
Secondo Daniele avrebbe guadagnato in credibilità ad andare a parlare direttamente con Riccardo. Mattia dice che aveva i suoi buoni motivi per comportarsi come si è
comportato. Dice: “Conoscendolo, ritenevo che fosse l'unico modo per fargli toccare la questione. Può essere che sia un modo sbagliato, ma a volte con i modi più duri si
ottiene qualcosa in più.”
Fausto prende la parola: "Io ho criticato solo il tuo modo di porti con le persone, tutto il resto che hai fatto negli anni scorso era un ottimo lavoro e i progressi si sono visti.
Come dice Luca, bisogna trovare una soluzione. Ho due idee:
- o invertire i vostri ruoli, così Mattia si rende conto dell'onere della mansione di presidente (Riccardo lo esclude subito);
- o trovare un punto d'incontro fra le vostre visioni, ma dovreste parlarne voi due in
Privato.”
Mattia dice che sarebbe tempo perso, sarebbe un prendersi in giro, perché hanno delle
visioni completamente opposte.
Riccardo dice che non può pensare di fare il presidente qui dentro, finché qua c'è gente
cui gli si permette di fare quello che vuole.
Ambra dice che lei ha sempre avuto una certa ammirazione per come si svolgevano le
cose ad UParte e anche di come si comportava Riccardo, perché sapeva essere duro. In ogni caso critica alcuni ruoli paternalistici che ha riscontrato in Riccardo: è un modo di porsi esagerato.
“Io”, risponde Riccardo, “avrei voluto, come presidente, essere in potere di utilizzare
tutti i metodi a me concessi e di non avere in parte persone che mi smentiscono. Quando Mattia decide di fare un'operazione in pubblico e non parlarmene prima di persona dopo 15 anni che mi conosce, io perdo la fiducia in lui. Qui stasera almeno 2 persone hanno detto che Mattia si è comportato male, dunque non credo che quello che penso sia una cosa completamente fuori dal mondo. Se Mattia era tanto convinto di non cavare un ragno dal buco parlando con me, poteva almeno provarci e poi avrebbe potuto indire tutte le riunioni che voleva dicendo che perlomeno ci aveva provato a parlare con
l’interessato".
Lorenzo prende la parola: "Do una mia opinione da esterno, che può essere utile.
Bisogna decidere con chiarezza cosa fare, perché per questioni come questa ho visto anche associazioni morire. L'unica cosa da fare è che entrambi i litiganti mettano da parte l'orgoglio e che ci si divida i compiti e si collabori, soprattutto in vista dello spostamento nella nuova sede.”
Secondo Riccardo la cosa più importante è la scuola di musica e la sala prove, perché
queste attività portano i soldi, e queste cose si gestiscono solo con rigore: per quanto riguarda il centro di aggregazione giovanile, pur importante, deve restare in subordine rispetto alle attività che garantiscono entrate.
Secondo Mattia, invece bisogna mantenere anche UParte come punto di aggregazione, e Riccardo ha fatto degli errori in questo.
Riccardo dice che non vuole rimanere qui come presidente sapendo, in base a quanto
hanno detto Mattia e Dario, che ci sono 15 persone che escono dalla sala perché non lo
sopportano.
Mattia dice che la gente non si espone, è difficile per tutti dire le cose, soprattutto per
certi ragazzi che hanno difficoltà a dire le cose.
In sostanza, Riccardo dice che non sarà presidente di UParte con Mattia vicepresidente, né rimarrà in UParte con Mattia presidente.
Daniele dice "Dario dice che non contiamo niente, però anche loro a mio parere non
contano niente. Noi abbiamo un'immagine da mantenere, delle regole da rispettare, se a loro non vanno bene, possono andarsene. E tu, Mattia, non puoi andarmi a difendere
l'indifendibile. Secondo me Riccardo deve rimanere presidente, a prescindere dal fatto
che alcuni soci vorrebbero fare quello che vogliono".
Mattia invece dice "Secondo me, ma mi pare che sia stato detto da altre persone, qua
l’atmosfera è tesa da un po' di tempo e non va bene".
Matteo dice: "Ma queste persone che si lamentano hanno qualche progetto?".
Mattia dice che hanno il progetto di Star Wars, mentre invece certi consiglieri stanno
tutto il tempo davanti al pc e basta.
I consiglieri, che dovranno votare un nuovo presidente il 30 settembre, si esprimono
così:
- Giada, Matteo, Daniele, Luca dicono che se l'unico candidato è Mattia, non lo appoggeranno. Daniele richiede un ulteriore mandato al presidente in carica, Riccardo dice che lui farebbe un altro mandato, solo se non ci fossero Mattia e Cristiano, il primo per ragioni - egli stesso lo ammette - personali, il secondo per i già troppi episodi lesivi nei confronti dell'associazione.
Mattia pone dei dubbi circa la possibilità di poter fare il presidente con lo sfavore dei consiglieri. Riccardo dice che, nel caso i consiglieri volessero dimettersi, Mattia potrebbe trovare degli altri consiglieri a suo favore.
Riccardo ha espresso la possibilità che, se volesse, potrebbe essere eletto e andare avanti a colpi di maggioranza tenendosi Mattia nel direttivo, ma è una cosa che esclude per principio.
Daniele chiede: "Mattia potrebbe fare lo stesso il consigliere ma non vicepresidente?". Mattia risponde dicendo che non potrebbe funzionare comunque. Restare qui, o per lui o per Riccardo, gli sembrerà una costrizione.
Fausto dice che rimane dell'idea che devono chiarirsi Riccardo e Mattia, sia per
recuperare l’amicizia, sia per il bene dell'associazione, che con questa struttura
consolidata ha fatto bene e deve continuare a fare bene.
Mattia dice che è disposto a fare qualcosa per il bene dell'associazione, però fintanto che serve per sistemare la situazione di cambiamento che sta toccando l'associazione.
Dice: “Purtroppo io agisco d'istinto e non sopporto certi meccanismi burocratici. Io vorrei che lo statuto fosse rispettato, ma la prima cosa è che siamo un gruppo di persone e se viene in mente un'idea la si fa subito". Riccardo non è d'accordo perché le cose si
fanno con la serietà, ovvero coinvolgendo tutti prima con una riunione e non solo con l'entusiasmo dei tre che hanno avuto l'idea.
Fausto dice che non vede divergenze così inappianabili, un episodio del genere non
dovrebbe distruggere tutto.
Riccardo dice che la previsione statutaria delle due settimane di preavviso per fare il
consiglio direttivo può essere cambiato o diversificato, ma se c'è un valido movente.
Secondo lui il rischio di perdere l'entusiasmo non è un movente valido. Un'assemblea si dovrebbe indire sempre con ampio preavviso, se possibile, in modo che tutti i potenziali interessati possano dare la propria opinione. Almeno la parte iniziale di un evento va decisa pubblicamente, poi il resto può essere deciso anche per telefono.
Fausto invece cerca una mediazione fra le due posizioni dicendo che si potrebbe chiedere velocemente su facebook ai consiglieri se interessa o no porre una questione all'attenzione di tutti i soci, o se si può al contrario decidere subito.
Mattia dice che comunque si sentirà guardato con occhi diversi da noi consiglieri nel
caso in cui continuasse a collaborare dopo questa questione.
I consiglieri e i presenti invitano ad appianare le divergenze. Mattia conclude dicendo
che si adeguerà alla volontà uscita dalla riunione almeno per i prossimi mesi, il tempo utile a sistemarci nella nuova sede, ma non sa se poi continuerà. Fausto propone che
Riccardo e Mattia si trovino per chiarire i punti su cui non vanno d’accordo.
Riccardo chiarisce che se la situazione è quella che si vede: la collaborazione andrà
avanti fino al 30 settembre, e poi si vedrà come evolverà la situazione.

Riccardo, dopo aver riconosciuto la possibilità di aver tenuto un comportamento scarsamente proficuo nel riprendere gli associati, si mostra disponibile al dialogo con Mattia se riconoscesse di aver sbagliato a non parlargli in privato. Mattia, che pure ha detto che ci penserà, non vuole attualmente riconoscere in sé questo errore.

Fatto, letto, chiuso e sottoscritto alle ore 00.30.
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